Bastardo dentro.
terza parte:
«John! Adesso devo chiamare mia moglie. Se vuoi puoi stare ad ascoltare, così magari stanotte ti verrà qualche fantasia quando…»
«Vai tu vaffanculo! E stai attento a come rispondi.»
«Ciao Rose! Mi dispiace c’è un contrordine. Quel rompipalle di Bob mi ha incastrato ancora.»
«Sì, mi rendo conto che è la quarta sera di seguito che rientro tardi. Non credere che mi stia divertendo a farlo.»
«La colpa è di questi quattro incapaci che lavorano con me. Specialmente certi disegnatori meccanici che… beh lasciamo perdere che è meglio.»
Alza il dito indice mostrandolo al collega che ormai alla fine della giornata di lavoro, ha appoggiato la matita sul tecnigrafo ed ha spento la lampada. John non ci fa caso, si limita a raccogliere il giubbotto dirigendosi senza salutare verso la porta.
«Lo so che ci tenevi alla nostra serata romantica…»
«No, non è detto che sia cancellata. Considerala solo rimandata…
«Perché no?! Potremmo fare domani. Tanto credo che questa sera, dopo aver finito questo lavoraccio, avrò l’occasione per parlare con il boss e per mettere in chiaro alcune cosette con lui.»
«E come vuoi che faccia a saperlo. Prima voleva che mi occupassi del progetto Balkmann, poi mi ha chiesto di seguire quello dei Donovan. Adesso vuole che insieme, questa sera prepariamo una relazione per un altro lavoro…»
«Guarda, potremmo finire alle nove se tutto va bene. O magari, ed è più facile che si tiri fino a mezzanotte. Lo sai che quello è un pignolo della malora e che se tutto non è più che a posto, non riesce ad essere tranquillo.»
«No cara, di questo non devi preoccuparti. Credo che ci faremo portare qualcosa da mangiare da fuori. Almeno di questo, lascia che sia Bob ad occuparsi.»
«D’accordo! Ci vediamo quando ritorno.»
Rod si alza dalla scrivania e si avvicina a quella di Sandy che si è appena alzata e sta cercando nella borsetta, le chiavi della cassettiera.
«Tutto a posto. Dove ti passo a prendere?»
«È la seconda a destra dopo la stazione, vero?»
«Ah. La terza a destra. Beh, in ogni caso la zona è quella. Non dovrebbe essere difficile trovarti.»
«No. Non preoccuparti per me. Fatti solo trovare pronta.»
«Ti dico che non è un problema il fatto di passare a prenderti in macchina in pieno centro. L’importante è solo che non mi farai stare per mezz’ora in strada ad aspettare che scendi.»
«Va bene allora. Ci si vede più tardi sotto casa tua.»
«No non posso. Devo rimanere ancora un po’ così magari avrò il tempo di dare un’occhiata all’affare Donovan.»
«Non temere. Gli darò una guardatina veloce tanto per capire quello che si deve fare.»
Ritornato alla propria scrivania, Rod ha preso dal cassetto chiuso a chiave un floppy disk. Si guarda intorno con circospezione e lo infila nel proprio computer. Sul monitor compare una relazione relativa ad uno studio preliminare sul progetto richiesto dalla Donovan. In alto sulle pagine del documento elettronico c’è scritto a grossi caratteri la parola “CONFIDENTIAL,” ma Rod non sembra essere dell’idea di farci particolarmente caso. Si tratta dell’offerta fatta da Federal Electriconics per lo stesso appalto che la GEO sta cercando da tempo di ottenere.
“una gran cosa avere un amico come George. È un vero mago nel suo mestiere.”
Era bastato chiedergli di informarsi sulle intenzioni della principale ed unica concorrente della sua ditta, per fare in modo che questo si mettesse in moto e che nel giro di un paio di settimane gli consegnasse un il rapporto dettagliato, addirittura fotocopiato, dell’offerta che la ditta avrebbe presentato alla Donovan. Un amico importante, visto che non aveva dovuto pagare granché per aver quella informazione che invece, poteva valere qualche milione di dollari. Certo, aveva in ogni maniera potuto sdebitarsi con George assicurando che gli avrebbe trovato entro breve un lavoro di tutto riposo.
“Mi è bastato convincere quel fesso di Herbert ad assoldarlo per indagare sulla moglie. Organizzare quella messa in scena di Maria con quel giovanotto, e ho pigliato due piccioni con una fava.”
Mettendo il biglietto da visita dell’ufficio investigazioni nelle mani di Herbert, aveva messo in moto un meccanismo contorto. Facendo in modo che questi, affidasse a George l’incarico di pedinare e spiare i movimenti della moglie, lui aveva potuto continuare a scoparsela impunemente senza il rischio di essere sorpreso. Con i soldi che Herbert, avrebbe versato all’investigatore privato, e non si trattava certo di bruscolini, avrebbe saldato il suo debito. Il tutto, messo sul conto spese di Herbert.
“cornuto e mazziato. Soprattutto cornuto.”
«Ci vediamo domani. Sandy le ha lasciato i miei appunti riguardati l’affare Balkmann?»
«Grazie! Però, non ci voleva certo un cervellone per arrivarci. Sarebbe bastato solo rifletterci un momento.»
«No, la ringrazio. Stasera purtroppo ho un mezzo casino…»
«Sì, va bene. Possiamo fare un’altra volta.»
«Gli ho dato solo una rapida occhiata. Credo, di poterle preparare una relazione sull’offerta che dovremo presentare, non più tardi di domani mezzogiorno.»
«La posso prendere come una promessa?»
«Mettiamolo per iscritto! Diciamo che se le faccio avere l’appalto, ad un prezzo ragionevole, lei mi darà la dirigenza ed un sostanzioso bonus…»
«D’accordo! Io credo che in ogni caso l’offerta della Fed- El si aggirerà sui settecento mila dollari.»
«No, signor Clyde, non sto scherzando.»
«Era convinto di dover arrivare a spenderne almeno il doppio. No, mi creda. Quelli hanno bluffato con noi, ma non hanno poi così tanti soldi da spendere. Io metterei non più di settecento cinquantamila dollari in quella busta.»
«So fare il mio mestiere! Io le consiglio di mettere quella cifra, poi starà a lei decidere cosa fare.»
«Mi dispiace. Adesso però devo proprio scappare. La saluto.»
«A domani!»
Il trillo della timbratrice sancisce la fine della giornata lavorativa di Rod. C’è meno di un’ora prima dell’appuntamento con Sandy. Decide di concedersi una doccia giù al piano di sotto negli spogliatoi vicino alla palestra.
«Anche tu qui!»
«Sì, devo fermarmi ancora a lavorare, ma ho sentito forte il desiderio di una bella doccia. Altrimenti non sarei stato in grado di continuare.»
«Tu hai già finito?»
«Beato te! Io devo finire prima di domani mattina una relazione importantissima…»
«Allora?! Sei pronto ad affrontare tua moglie?»
«Devi farla parlare. Se le metti subito davanti agli occhi le fotografie che ti ha dato quell’investigatore, alla fine rischieresti che finirebbe per chiudersi e non servirebbe a nulla.»
«Te l’ho già detto! Quelle stampe possono voler dire tutto e nulla. Sta dando un bacio ad un uomo che non conosci, è vero. Però, non hai nulla di più: in fondo potrebbe anche essere un suo vecchio amico. Magari, si tratta di uno che non vedeva da chissà quanto tempo. »
«Vedi?! Pure il tuo detective, ti ha detto di aver preso quelle istantanee, ma di non essere riuscito a trovare nulla di più compromettente…»
«Non essere paranoico e ricorda il mio consiglio: falla parlare e poi… trovatene un’altra. Una che potrai scopare quando ne avrai voglia e che non ti chiederà mai di accompagnarla a fare la spesa.»
«Te l’ho già detto! Questo è un prodotto garantito. Fatti un’amante anche tu e imparerai a ridere su tutte queste paturnie.»
«Ma sei scemo? Ma che mi ringrazi a fare? Siamo amici, no? È il minimo che posso fare per te. Quello che mi spiace, è solo di non poter fare di più per farti stare bene.»
“per ora mi accontento io di stare bene nel tuo letto, tra le morbide cosce di tua moglie. Se poi avanzera qualche cosa, cercherò di pensare anche a te.”
Rod giunge a casa di Sandy in perfetto orario. Si guarda intorno brevemente e poi si avvicina al citofono.
«Sono qua sotto bellezza!»
«Mi scusi! Pensavo di parlare con Sandy. Ah, capisco, lei è la sorella…»
«Sì. Per favore può dirle che la sto aspettando qua sotto?»
La ragazza non si fa attendere. Arriva dopo pochi minuti e si accomoda sulla Jaguar XJS.
«Ehi, sei un vero schianto Baby.»
«No, non ti sto prendendo in giro. Sei veramente bellissima.»
«Allora?! Che ne dici di andare a mettere qualcosa sotto i denti?»
“Un piccolo aperitivo prima di metterli su di te i miei denti…”
Nelle luci soffuse del Bobadilla, l’atmosfera è ovattata dalla dolce musica di sottofondo. La musica dolce e intrigante di Michael Bublè, rende ancora più eccitante quel momento. Lo aiuta a pregustare il momento in cui l’avrebbe convinta a salire al piano superiore in quella camera che ha già prenotato e che, ne è sicuro li avrebbe ospitati poco dopo.
Lei è bella, ed anche molto più giovane di lui. E’ molto più di quanto Rod avesse potuto sperare. Non è quello però a provocare l’eccitazione crescente che lo sta pervadendolo. Certo, l’idea di portarsela a letto e godersela fino in fondo non è da scartare, ma il pensiero di poterla avere in quel modo, di farla sentire come una puttana, lo accende ancora di più.
«Mi sono permesso di ordinare anche per te! Sempre che a te piaccia il pesce.»
“Ti piace il pesce! Questo lo sappiamo entrambi.”
«Certamente che è carino questo posto. Credevi forse che ti avrei portato in un posto qualunque.»
«Non riesci a pensare altro? Cosa vuoi che mi freghi quanto mi costa questo posto! Per te, questo ed altro.»
Attende che il giovane cameriere porti in tavola un variopinto antipasto di pesce, più coreografico che buono e poi, abbandonando gli indugi Rod passa all’attacco.
“Adesso ragazzina vediamo quanto ci tieni a fare carriera nella GEO.”
«Allora piccola che cosa dovrei dire al tuo capo?»
«Come non lo sai? Prova a sforzarti, ci sarà un tipo di lavoro che vorresti fare: un sogno professionale nel cassetto.»
La desidera! La vuole! Almeno quanto desidera, giocare crudelmente con lei come avrebbe fatto un gatto con un topo prima di azzannarlo alla giugulare.
«Ah, credi che l’importante per te sia solo che si accorga di te e che sappia come valorizzarti.»
Non gli frega assolutamente nulla di quello che ha nel piatto. Ormai, il suo unico interesse è limitato a portare la ragazza al piano superiore. E non gli interessa neppure giocare a sedurla. La vuole e basta. Parte all’attacco a testa bassa.
«E che cosa saresti disposta a fare per riuscirci?»
«Beh, tutto è una risposta un po’ troppo generica.»
Aspetta che lei, vincendo l’imbarazzo cerchi nell’archivio della sua mente confusa una risposta da adattare alla situazione. Non le lascia troppo tempo. Non vuole lasciarle l’opportunità di trovare una facile via di fuga o la forza di sottrarsi al suo attacco frontale.
«Ci finiresti a letto?»
“Con me ci finirai. Che tu lo voglia o no!”
«No! Quello non te lo consiglio. Conosco bene l’integerrimo ed irreprensibile Mr Clyde, di fronte a questa evenienza finirebbe per cacciarti dalla ditta alla prima occasione. Lui, si considera troppo pulito per accettare questo tipo di profferta sessuale.»
«È vero, è geloso quando mi vede parlare con te. Però, credo che la sua sia la stessa gelosia che avrebbe se mi vedesse avvicinarsi alla sua Mercedes.»
«Ho detto che lui, potrebbe offendersi e cacciarti nel caso tu gli facessi qualche avance. Però, fidati di me, se tu ci provassi l’unica a perderci saresti tu.»
«Bob ha i giorni contati. Adesso sta facendo la parte del grande capo che sta cercando di mandare avanti l’ufficio, ma in realtà è solo un gigante con i piedi d’argilla.»
Rod sorride sornione versando altro vino nel calice della ragazza che, lo sta ad ascoltare sempre più confusa. Alza il proprio bicchiere al cielo e le propone un brindisi.
«La realtà piccola mia è che dovresti puntare su di un altro cavallo. Se vuoi incassare il premio, non puoi permetterti di puntare su un piazzato, devi azzeccare il vincente.»
«Brava! Vedo che hai capito al volo. Sono io il cavallo vincente e presto te ne accorgerai anche tu.»
«L’affare Donovan. Seguendo le disposizioni di quella testa vuota di Clyde la GEO lo perderà sicuramente. Non credo che, l’assemblea degli azionisti sarà molto felice quando questo succederà.»
«Lo so e basta! Ora però mi sono stufato di aspettare il cameriere. Vieni andiamo di sopra.»
“Adesso è venuto il momento di scopare.”
«Seguimi e fidati di me.»
Rod la guida sul terrazzino del ristorante e rivolge lo sguardo verso il lago, fingendo di fissare l’orizzonte.
«Come posso sapere che Bob fallirà l’aggancio nell’affare Donovan?» Ride di gusto Rod, prima di aggiungere:
«Lo so e basta!»
«Credo che ci sarà una deroga nella gara di appalto e che la GEO otterrà il lavoro solo grazie ad una seconda offerta.»
«È un po’ troppo complicato da spiegare.»
Le lascia qualche istante per cercare di mettere a fuoco il nuovo scenario.
“non vorrai che ti racconti proprio tutto! Che ti dica che a quel fesso di Clyde ho fornito una cifra parecchio inferiore di quella della Federal Electric e che invece io, in forma riservata offrirò la somma corretta e che lo farò solo per salvare la GEO.”
«Dai vieni, andiamo su in camera.»
È certo che lei non può rifiutare la sua offerta. L’ha plagiata, confusa e soprattutto l’aveva convinta a bere. Adesso lo sa, ce l’ha decisamente in pugno.
«Su spogliati!» Le ordina perentoriamente dopo essersi chiuso la porta alle spalle.
Osserva la ragazza levarsi i vestiti con dei gesti quasi meccanici, certo che lei non lo stesse facendo con la reale voglia di farlo. È proprio questa la cosa che di più lo eccita. Il fatto, che lei in qualche maniera si é infilata in trappola e che non sa trovare la capacità o la lucidità per opporsi.
Rimane solo un attimo a guardarla, completamente nuda a cercare in qualche modo di coprirsi solo con le mani. Poi si fionda su di lei buttandola sul letto matrimoniale e con le mani sudate comincia a carezzarle il giovane corpo.
In un rigurgito di buon senso o di semplice amor proprio la ragazza cerca di divincolarsi implorandolo di smetterla e di lasciarla in pace. È però per Rod una decisione troppo tardiva, che in ogni caso, anche se fosse stato meno eccitato si sarebbe guardato bene di accettare.
«Ormai sei mia!» sentenzia stringendole le mani al collo, fino a quando la vede diventare rossa e spaventatissima.
“Prova ancora a cercare di fare la preziosa con me e la prossima volta mi dimenticherò di mollare la presa.”
«Adesso voglio scoparti!»
Con ogni probabilità la stretta intorno al collo ha terrorizzato la giovane donna che a quel punto si arrende, lasciandolo fare ed accettando passivamente le attenzioni di Rod. Nella stanza si possono udire distintamente i gemiti della donna, di sicuro più simili a dei singhiozzi che a qualsiasi altra forma di piacere, ed il ritmico cigolio del letto. Il fatto che lei si fosse pentita di avere accettato le sue avance, e che addirittura, adesso fosse terrorizzata da lui, invece che funzionare da deterrente per le sue voglie sortisce l’effetto contrario. Ne aumenta l’eccitazione e gli da nuova forza.
È quella solita sensazione che prova tutte le volte che riesce a sottomettere qualcuno. Una sensazione che lo inebria, e che gli dona nuova linfa e che funziona per lui meglio di qualsiasi integratore.
Ignorando le suppliche di Sandy che lacrimante gli chiede di smettere, Rod seguita a possederla seguendo solamente il proprio istinto animalesco. Il suo è il piacere non solo fisico di poter disporre di lei. Poi, lei si arrende e lo lascia fare, accettando passivamente tutte le sue attenzioni.
«Allora? Ti è piaciuto?» Le chiede ironicamente dopo aver portato a termine il suo lungo atto di violenza. Non appena si è sollevato da lei, la ragazza si scosta velocemente di lato cercando con il lenzuolo di coprirsi.
«Che cosa pretendevi? Che ti avrei coccolata per tutta la notte prima di poter arrischiare di…»
«Bastardo?! Forse sì! Ma non mi sembra proprio il caso di fare un’analisi di quello che siamo. Io forse sarò bastardo, ma tu che cosa sei?»
«Non rispondi? Ti limiti a piangere. Non preoccuparti, non ti lascerò nel dubbio: una puttana! Ecco che cosa sei.»
«Libera di farlo! Ci sono molti testimoni giù al ristorante, che ci hanno visto insieme e che potranno raccontare che non ti ho obbligato a salire in camera con me.»
«Esagerata! Se questa me la chiami violenza carnale, vedrai la prossima volta.»
Lei si è rimessa i vestiti e sempre singhiozzando sta cercando le sue scarpe sotto il letto.
«So che stai pensando di parlare con Bob per metterlo in guardia sulle mie intenzioni. Prova a farlo e farò in modo che tu possa essere buttata fuori a calci dalla General Electo-optic.»
“lo farà lui stesso, quando gli racconterò quello che è successo in questa camera questa sera.
E se per caso tu gli racconterai quello che ti ho raccontato e quel fesso decidesse di darti ascolto, alzando la sua offerta si ritroverebbe a spendere più di quello che gli ho suggerito io.”
lunedì 12 aprile 2010
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